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al testo di Annalisa Scialpi
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Auschwitz è nel nostro cuore. Non dite 'non è così'. Lo è. E' neve ghiaccia di sangue rappreso, che attira al freddo fondo. Auschwitz è il Padre Onnipotente, la Ragion di Stato garante di tutti i Padri Onnipotenti. Auschwitz è togliere ai bambini la magia. Auschwitz è il binario a senso unico dell'abitudine. Auschwitz è il dovere di far soldi che sorpassa ogni legge, anche lo stato naturale della felicità. Auschwitz è l'ignoranza sovrana. Auschwitz sono i deboli al governo. Auschwitz è fondare un mondo sulla malattia e tararlo a misura di chi è stato reso perdente. Auschwitz è 'Freud ha capito tutto'. Auschwitz è la madre e il padre della morale. Auschwitz sono i giornali al servizio del potere. Auschwitz è una società di randagi umani che marciscono nelle retrovie o sotto i cupoloni. Auschwitz è una società fondata sui ruoli, con gli ordini professionali per salvaguardare le caste. Auschwitz è la morte il più lontano possibile. Auschwitz è credere che la luna esista solo per luce riflessa. Auschwitz è bollare come pazzi gli sciamani, i visionari, i profeti. Auschwitz è una società senza il senso del sacro, dove io vinco se tu perdi e dove abbattere un albero è come fare uno starnuto. Auschwitz è una società costruita sull'illusione dell'io e del tempo. Auschwitz è 'la conoscenza è proibita' e 'se conosci sei fuori'. Auschwitz è tutti gli ismi: razzismo, campanilismo, consumismo, familismo. Auschwitz siamo noi diretti dall'ipnosi della società. Per cui, spetta noi, ora, aprire quelle porte. Risarcire. Ora tocca a noi imparare a celebrare, a ridere, a lottare: spezzare le catene e camminare con le nostre ali. |
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